Ambiente

È iniziata la guerra dell'acqua: così dovremo contenderci anche la pioggia

In Spagna c'è già chi propone di deviare un fiume per salvare la Catalogna dalla siccità. Ma i casi di conflitti per l'acqua si moltiplicano: il Mediterraneo, Italia inclusa, è una delle zone più a rischio con oltre 60mila morti per il caldo torrido nel 2022

Pecsatori nel bacino di Sau, in Catalogna (Spagna). Secondo i dati dell'Agenzia catalana per l'acqua, il livello dell'acqua del bacino di Sau nel 2023 era pari al 9% della capacità totale, per cui i funzionari hanno deciso di rimuovere i pesci per evitare che muoiano di asfissia. Foto Emilio Morenatti / Associated Press/LaPresse

Ci sono Paesi come la Spagna in cui quest'inverno non ha piovuto per mesi e le amministrazioni locali si contendono la pochissima acqua disponibile tra agricoltura, industria e privati. L'Italia fa ormai periodicamente i conti con le inondazioni dall'Emilia Romagna al Veneto alla Toscana. In un'Europa dove il riscaldamento globale non è più una prospettiva ma la realtà quotidiana, i governi risultano ancora impreparati e inattivi di fronte alla scarsità d'acqua. Secondo gli esperti  dell'Agenzia europea per l'ambiente c'è il serio rischio di conflitti tra Stati dell'Unione europea per accaparrarsi le poche risorse disponibili. Mentre una ventata anti-ecologista spira in tutta Europa, favorendo l'estrema destra in vista delle elezioni europee di giugno, i cittadini dovranno fare i conti con una minaccia gravissima: avere sempre meno acqua a disposizione e doversela contendere a causa dell'incapacità di chi governa di affrontare seriamente il problema. 

L'acqua manca e le risposte tardano ad arrivare 

"L'Europa è il continente che sta registrando i più rapidi aumenti delle temperature al mondo", ha messo in guardia l'Agenzia europea per l'ambiente (Aea), pubblicando l'11 marzo il suo primo rapporto sulla valutazione dei rischi climatici in Europa. 
Nella pubblicazione dello European Climate Risk Assessment (Eucra - Valutazione europea dei rischi climatici), l'Aea ha individuato per la prima volta le priorità politiche per rispondere ai cambiamenti climatici che incombono sulle nostre vite. La carenza d'acqua è vista come una delle principali minacce dagli esperti di Bruxelles, dato che impatta ogni aspetto della vita: dall'acqua da bere, alla produzione di cibo, inclusa la salute fino alle infrastrutture necessarie per le attività economiche. "In Europa le politiche e gli interventi di adattamento non tengono il ritmo con la rapida evoluzione dei suddetti rischi", si legge nell'introduzione al report. "Inoltre, poiché numerose misure volte a migliorare la resilienza ai cambiamenti climatici richiedono molto tempo, possono essere necessari interventi urgenti anche per rischi non ancora critici", sottolineano gli autori dello studio.

Conflitti idrici in corso 

Vari conflitti idrici in realtà sono già in corso, sia tra regioni all'interno dello stesso Stato, che nelle zone di confine tra due Paesi. Emblematico il caso della Spagna dove il governo della Catalogna, da mesi in una grave siccità, litiga col governo centrale per le forniture. L'amministrazione regionale sta provando a convincere Madrid a deviare l'acqua del fiume dal vicino Aragan, ma la richiesta ha fatto esplodere le tensioni politiche. In Francia un vasto movimento ecologista si oppone alla costruzione di mega-bacini idrici, pensati per sostenere l'agricoltura intensiva, ma che sottraggono risorse agli abitanti e ai piccoli contadini. Lo scorso anno ci sono stati violenti scontri nel corso delle manifestazioni a Saint-Soline, con la polizia francese chiamata a reprimere con la forza chi si oppone al progetto. Come tutti conflitti, anche quella per il clima miete le sue vittime. L'estate del 2022, secondo le stime dell'Aea, ha provocato nell'Europa del Sud, Italia inclusa, circa 60mila morti. 

I rischi peggiori nel Sud dell'Europa

L'Agenzia europea per l'ambiente, oltre a siccità ed inondazioni, "identifica 36 rischi chiave per l'Europa, molti dei quali già a livelli catastrofici e di elevata urgenza". Si va dagli incendi, al diffondersi di malattie, alla mancata fertilità dei suoli con conseguenti perdite nelle colture, fino ai morti per calore e ai danni alle infrastrutture. Di questi, 21 rischi richiedono "un'azione più immediata" e 8 "una risposta di emergenza". Secondo l'Aea, ad essere "particolarmente a rischio" è  l'Europa meridionale, Italia inclusa. Il Sud risulta più esposto ad inondazioni, erosione e dall'infiltrazione di acqua salata, che sta minacciano le regioni costiere europee a bassa quota. In tutto il Mediterraneo (che include Italia, Portogallo, Spagna e Grecia), il numero di persone colpite dalla scarsità d'acqua aumenterà da 85 a 104 milioni di persone a partire dal 2081. "I responsabili politici europei e nazionali devono agire immediatamente con interventi volti a limitare i rischi climatici, sia mediante una rapida riduzione delle emissioni sia con l'attuazione di politiche e di interventi di adattamento forti", ha sottolineato Leena Ylä-Mononen, direttrice esecutiva dell'Agenzia. 

Danni economici

Il 12 marzo la Commissione Ue pubblicherà una "comunicazione sulla resilienza climatica", che rappresenterà l'ultima grande iniziativa dell'esecutivo in materia di clima e Green Deal prima delle elezioni di giugno. Nonostante l'impegno da parte di Bruxelles di studiare misure di prevenzione che vadano oltre l'emergenza, c'è molta disinformazione rispetto a questo tema e la pressione dei gruppi industriali e agricoli sta bloccando o annacquando numerose riforme. La giustificazione è quella di salvare produttività e posti di lavoro, ma si sta rivelando una strategia miope. Il peggioramento delle condizioni climatiche impatta anche l'economia, con una produzione europea che Bruxelles calcola in calo del 7% fino al 2100, in base ad una stima "conservatrice". Potrebbe andare insomma molto peggio se non si cambiasse rotta. Se si guarda solo alla questione idrica, dal 1980 siccità e inondazioni sono costate agli Stati europei circa 9 miliardi di euro all'anno e 170 miliardi di euro totali. "La resilienza climatica è una questione di competitività per le economie e le imprese, e quindi l'occupazione. È una questione di sopravvivenza economica per le zone rurali e costiere, per gli agricoltori, i forestali e i pescatori", ha messo in guardia in una lettera l'esecutivo Ue. 


 


Si parla di