Ambiente

Caldaie, tra pochi mesi cambia tutto: addio al bonus (e non solo)

Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva la direttiva che imporrà ai Paesi membri di migliorare le prestazioni energetiche degli edifici. Ecco cosa succederà

Foto Lapresse (AP Photo/Manish Swarup)

Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva la direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia europea, la cosiddetta direttiva sulle Case Green. Il provvedimento imporrà tutta una serie di ristrutturazioni agli edifici dei 27 Paesi membri, per renderli più efficienti dal punto di vista energetico e quindi meno inquinanti. Tra le disposizioni c'è anche lo stop a ogni tipo di sovvenzione per caldaie a combustibili fossili, quindi anche quelle a gas, per la cui istallazione al momento è previsto in Italia un ecobonus.  "Questa legge contribuirà a ridurre le bollette energetiche e ad affrontare le cause profonde della povertà energetica, offrendo nel contempo migliaia di posti di lavoro locali di alta qualità in tutta l'economia europea", ha rivendicato il verde irlandese Ciarán Cuffe, relatore del testo per l'Aula.

I target di riduzione 

Il testo, approvato con 370 voti favorevoli, 199 voti contrari e 46 astensioni, stabilisce che tutti gli edifici residenziali o di proprietà privata di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030 mentre quelli occupati o di proprietà delle autorità pubbliche dovranno esserlo a partire da due anni prima, dal 2028. Per quanto riguarda gli edifici già esistenti, e quindi da ristrutturare, il testo chiede un approccio medio sull'intero patrimonio edilizio e saranno gli Stati membri a progettare i Meps (Minimum Energy Performance Standards) e decidere quali edifici e a che livello dovranno essere ristrutturati.

Case da ristrutturare, cosa cambia con le nuove regole

I governi dovranno fare in modo che il consumo medio di energia primaria dell'intero parco immobiliare residenziale diminuisca di almeno il 16% (rispetto al 2020) entro il 2030, poi di almeno il 20-22% entro il 2035. L'obiettivo finale è di avere l'intero parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050. Gli Stati potranno decidere autonomamente come raggiungere questi obiettivi, ma non del tutto, verranno comunque date indicazioni di massima. Almeno il 55% del calo del consumo medio di energia primaria dovrà essere conseguito mediante la ristrutturazione del 43% degli edifici residenziali con le prestazioni peggiori, saranno quelli cioè i primi ai quali si dovrà mettere mano. I governi potranno tenere conto, nel calcolare le emissioni, del potenziale impatto sul riscaldamento globale del corso del ciclo di vita di un edificio, inclusi la produzione e lo smaltimento dei prodotti da costruzione utilizzati per realizzarlo.

Le eccezioni

Nel testo sono presenti tutta una serie di esenzioni. I Paesi membri avranno la facoltà di escludere gli edifici protetti in virtù del loro particolare valore architettonico o storico, edifici tecnici, luoghi di culto ed edifici del settore agricolo. In questo modo l'Italia potrà tutelare quei palazzi che, seppur energeticamente non efficienti, fanno parte del patrimonio della nostra nazione. Inoltre saranno esentate tutte le case utilizzate solo per le vacanze, visto che la proposta specifica che la direttiva non dovrà riguardare appartamenti "destinati a essere usati meno di quattro mesi all'anno".

Le caldaie

Ultimo punto importante è quello dell'utilizzo di combustibili fossili all'interno delle case. La direttiva ha l'obiettivo di eliminare le caldaie a combustibili fossili entro il 2040. Gli Stati membri dovranno inoltre smettere di sovvenzionare queste caldaie a partire dal 2025, quindi subito, dall'anno prossimo. Saranno ancora possibili incentivi finanziari per i sistemi di riscaldamento ibridi che hanno "una quota considerevole di energie rinnovabili, come la combinazione di una caldaia con un impianto solare termico o con una pompa di calore", afferma il testo.

Per gli italiani questo significa che dal 2025 non ci dovrebbe essere più nessun ecobonus o superbonus per l’installazione delle caldaie a gas. L'ecobonus riguarda le persone fisiche e garantisce una detrazione del 50% per le caldaie a condensazione con efficienza pari almeno alla classe A e del 65% per impianti con tecnologie avanzate di termoregolazione. Il superbonus garantisce invece una detrazione del 70% per i condomini. La direttiva prevede un'eccezione per le caldaie selezionate per beneficiare di un investimento, prima del 2025, nell'ambito del Recovery Fund, e come dicevamo per i sistemi ibridi. 

Pannelli solari

Dal testo è stato escluso l'obbligo di installare pannelli solari sugli edifici privati esistenti, ma c'è quello per gli edifici pubblici: per tutti quelli più grandi, sopra i 2mila metri quadrati, a partire dal 2027; per quelli da mille a partire dal 2028 e infine dal 2029 anche per quelli dai 250 metri quadrati in su. Dal 2030 l'obbligo di installare pannelli solari riguarderà tutti gli edifici nuovi, anche quelli residenziali.

Chi paga?

La direttiva non specifica chi dovrà farsi carico dell'investimento, e starà quindi agli Stati decidere se sostenerlo con fondi pubblici o meno. La direttiva prevede comunque tutta una serie di aiuti finanziari e sgravi fiscali e sostiene che "l'introduzione di norme minime di prestazione energetica dovrebbe essere accompagnata da un quadro favorevole che comprenda assistenza tecnica e misure finanziarie, in particolare per le famiglie vulnerabili".


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