Ambiente

Sì alle buste d'insalata, no alle bustine di maionese: cosa cambia sugli imballaggi

Raggiunto un accordo finale sul nuovo regolamento che punta ad aumentare il riuso dei contenitori di cibo e bevande per ridurre la quantità di questi rifiuti: ogni europeo ne produce 188 chili l'anno

Foto Pixabay

Le insalate tagliate e lavate in busta sono salve ma dovremo dire presto addio alle bustine dello zucchero al bar, ma anche a quelle di ketchup e maionese al fast food. Dopo quasi dieci ore di trattative, ieri (lunedì 4 marzo) Parlamento e Consiglio Ue hanno concluso un difficile accordo sul regolamento imballaggi, che bandisce tutta una serie di contenitori in plastica monouso e spinge per il riuso. Le due istituzioni hanno concordato obiettivi di riduzione delle confezioni di plastica da imballaggi molto bassi: del 5% entro il 2030, del 10% nel 2035 e del 15% entro il 2040, meno di quanto (già poco) chiedeva il Parlamento (10, 15 e 20%). Considerato che ogni europeo produce in media 188 chili di rifiuti da imballaggio l'anno, si tratta di aspirazioni poco incisive.

I colegislatori hanno deciso però di esentare da questi obiettivi gli imballaggi in plastica compostabili e quelli la cui componente in plastica rappresenta meno del 5% del peso totale dell'imballaggio. Per quanto riguarda le confezioni monouso, si salvano quelle per l'insalata lavata e tagliata pronta in busta e gli imballaggi per il take away. Ma la plastica monouso attorno a frutta e verdura fresche se non trasformate dovranno sparire dall'Ue dal 2030, assieme alle singole confezioni monouso per alimenti e bevande in vendita per il consumo in bar e ristoranti, come appunto zucchero e salse varie. Addio dal 2030 anche ai mini shampoo e campioncini vari negli alberghi.

Secondo le nuove regole, entro il 2029 gli Stati membri dovranno garantire la raccolta separata di almeno il 90% all'anno delle bottiglie di plastica monouso e dei contenitori metallici per bevande. Per raggiungere questo obiettivo, sono tenuti a istituire sistemi di restituzione con cauzione (Drs dall'inglese Deposit return systems). Una bottiglia ad esempio di birra o succo di frutta avrà un costo maggiorato all'acquisto di una decina di centesimi, ma questi soldi verranno restituiti se poi la bottiglia verrà riconsegnata al supermercato, in apposite macchine, una pratica già ampiamente in uso in Paesi come Belgio e Germania. I Paesi contrari, tra cui l'Italia, hanno ottenuto un'esenzione dall'obbligo di introdurre un Drs per le nazioni che raggiungono un tasso di raccolta differenziata superiore all'80% nel 2026 (il Parlamento chiedeva almeno l'85%) e che presentano un piano di attuazione con una strategia per raggiungere l'obiettivo generale del 90% di raccolta differenziata.

Gli eurodeputati hanno però ottenuto il divieto delle borse di plastica molto leggere (sotto i 15 micron), a meno che non siano necessarie per motivi igienici o fornite come imballaggio primario per alimenti sfusi per aiutare a prevenire gli sprechi alimentari. Per prevenire effetti negativi sulla salute, il Parlamento ha ottenuto anche l'introduzione di un divieto sull'uso delle cosiddette 'sostanze chimiche per sempre' (sostanze alchiliche per e polifluorurate o Pfas) negli imballaggi a contatto con gli alimenti. I negoziatori hanno convenuto di fissare un obiettivo specifico per gli imballaggi riutilizzabili per bevande alcoliche e analcoliche entro il 2030 (almeno il 10%). Gli Stati membri possono concedere una deroga di cinque anni a tali requisiti a determinate condizioni.

Inoltre i venditori finali di bevande e cibi da asporto nel settore dei servizi di ristorazione saranno obbligati a offrire ai consumatori la possibilità di portare il proprio contenitore, la propria 'schiscetta', ma non saranno obbligati a usare solo quei tipi di contenitori da farsi poi restituire, come in una prima bozza del provvedimento. Gli stessi dovranno inoltre impegnarsi a offrire il 10% dei prodotti in un formato di imballaggio riutilizzabile entro il 2030. Inoltre i governi saranno tenuti a incentivare ristoranti, mense, bar, caffetterie e servizi di ristorazione a servire acqua del rubinetto (ove disponibile, gratuitamente o a un costo di servizio basso).

L'intesa prevede anche che tutti gli imballaggi dovrebbero essere riciclabili. Sono previste alcune esenzioni per legno leggero, sughero, tessuti, gomma, ceramica, porcellana o cera. Nel 2018 l'imballaggio ha generato nella Ue un fatturato di 355 miliardi di euro. Si tratta di una fonte di rifiuti in continua crescita, il totale è passato da 66 milioni di tonnellate nel 2009 a 84 milioni di tonnellate nel 2021. Ogni europeo ha generato 188,7 chili di rifiuti di imballaggio nel 2021, una cifra che secondo le previsioni potrebbe aumentare fino a 209 chili nel 2030 se non verranno prese misure di contenimento.


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